Le cerimonie sono da sempre un modo per rinsaldare i legami intorno a valori comuni.
Alcune di queste sono connesse a momenti religiosi quali: battesimo, prima comunione e cresima.
Per tutte queste occasioni molte regole si sono adattate alla moda e all’improvvisazione personale di ciascuno, ma è sempre bene sapere come riuscire a conciliare consuetudini e novità, per evitare di scivolare nel cattivo gusto.
Per quanto riguarda il battesimo questa è la prima vera e propria cerimonia cui partecipa il nuovo nato.
Tradizionalmente secondo galateo, è la madre a decidere la data; nel recente passato passavano appena da tre quattro giorni dalla nascita ora si arriva fino anche un mese o due, e anche oltre. Naturalmente si deve tener conto di come è organizzata la parrocchia e prendere accordi con il parroco.
A questa cerimonia vengono invitate pochissime persone: la preferenza viene data ai parenti più anziani.
Gli invitati regalavano in passato, di solito, una medaglietta in oro con il nome del piccolo e la data di nascita oppure piccoli oggetti in argento; oggi si opta per un regalo libero.
Per quanto riguarda i padrini in passato si dava la preferenza, anche in questo, a persone anziane, oggi la tendenza è investire del compito qualcuno dei giovani amici della coppia purché non convivente oppure a persone singole che diventeranno il padrino o la madrina del nuovo nato
Dopo la cerimonia viene offerto presso l’abitazione un buffet freddo, un tè o un cocktail, allargando l’invito a parenti ed amici.
La prima comunione e la cresima sono celebrazioni religiose che, di solito, vengono prese molto sul serio dai piccoli: si sentono al centro di un evento importante, insieme con i propri coetanei e sotto l’occhio di tutti. Seguire, quindi, con partecipazione quello che vostro figlio o vostra figlia impara nei corsi preparatori è un modo semplice ed efficace per dimostrare loro di essere vicini.
Se non siete religiosi, o avete comunque deciso di non far somministrare i sacramente, spiegatene la ragione con molta calma e comprensione. In caso il ragazzo insista per non sentirsi “tagliato fuori” dal resto della classe, decidete con delicatezza ponendo comunque i suoi desideri al primo posto.
In queste occasioni i problemi sono altri.
Primo quello di non utilizzare il proprio figlio per ostentare lo status sociale. È assolutamente fuori luogo vestire i ragazzi con abiti ricercati o eccessivamente vistosi.
Sono celebrazioni dotate di una sua composta austerità e anche i regali vanno calibrati in tale senso.
Di conseguenza il piccolo ricevimento che ne seguirà, con invito a parenti e qualche amico di famiglia, che abbia buon rapporto con il ragazzo non è da considerarsi una festa mondana. Puntiamo all’eleganza e alla sobrietà. Tutto dovrà ruotare attorno al ragazzo e anche in questo caso è buona norma non ostentare ma coordinare il tutto con buon gusto ed attenzione.
Il ragazzo riceverà i regali e li aprirà prima che si dia inizio alla festicciola.
I padrini vengono scelti tra i più giovani o comunque fra i parenti o amici che il ragazzo o la ragazza trova più simpatici.
Nel caso in cui il ragazzo manifesti il desiderio di avere attorno a sé anche i compagni di classe mettersi d’accordo con i genitori sarebbe la cosa migliore, si potrebbe organizzare una festicciola la domenica successiva quando sarete più calmi o tranquilli.
Per chiunque l’invito è quello di mantenere equilibrio e buon gusto affinché traspaia la felicità del momento, una gioia spontanea e non artefatta che contribuiscano a ricordare questa giornata come serena.
Fonti: Della Casa, Sartirana, “Galateo del 2000”, La dispensa